Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura: queste emozioni sono tra le protagoniste del film di maggior successo in sala in questi giorni, ovvero Inside Out 2, sequel di un inventivo e fortunato lungometraggio d’animazione della Pixar che immaginava ogni individuo governato da una “control room” in grado di gestire, reagendo alle pressioni e agli stimoli del mondo esterno, con le emozioni più appropriate. Un dentro/fuori (inside out, appunto) che quasi 10 anni fa catturò invece le emozioni di adulti e piccini in tutto il mondo. In questo nuovo episodio, la protagonista, diventata teenager, viene investita da trasformazioni radicali - come tutti gli adolescenti - che rendono urgente il sopraggiungere di altre emozioni in grado di fronteggiare situazioni più complesse e sfide ancor più impegnative legate alla costruzione della propria identità, alla relazione con gli altri, alle proprie ambizioni personali: insomma, parliamo dell’ingresso di Ansia, Imbarazzo, Noia, Nostalgia, destinate a entrare in competizione, per la guida della sala di controllo, o cabina di regia che, nella geniale metafora del film, rappresenta la mente della ragazzina protagonista.
Come sa chi ha già visto il film, un numero impressionante di persone, ciò provocherà una disarmonia prestabilita e molte situazioni di scelte borderline: ma di cosa è fatta la crescita se non di tutto ciò? Usare i cartoni animati per spiegare l’intelligenza emotiva (una delle aree chiave della ricerca psicologica) e soprattutto la teoria della coscienza come una dinamica costante e imprevedibile di pulsioni molteplici, riuscendo a ottenere un successo di mercato da guinness non è solo una performance artistica, industriale e intellettuale da manuale. E’ soprattutto una idea strepitosa per chiunque faccia l’imprenditore/editore nell’industria culturale. Ma a ben vedere, la metafora di Inside Out 2 contiene insegnamenti interessanti per chiunque faccia impresa, perché dimostra con gioiosa evidenza quanto sia importante la guida di spinte eterogenee, accogliere e non temere l’innovazione, usare l’ansia come motore per nuove avventure.
Come ha scritto Dan Kois su “Slate” negli USA “L’ansia potrebbe non essere piacevole, ma come Inside Out 2 ricorderà sia agli adolescenti che ai loro genitori, ciò non la rende meno essenziale come parte della crescita”. Provate a sostituire “loro genitori” con “imprenditori” e guardate se non funziona ancora meglio: perché anche le imprese, come gli adolescenti, vivono in un perenne corpo a corpo con la crescita.