“Le Pleiadi presentano una mano con le dita ingemmate, la cui tinta sono le tenebre/ Sembra che l’aurora le vada raccogliendo, quasi fossero grappoli di luce con le foglie di tenebre” : questo versi di Ibn Hamdīs, detto anche il Dante arabo nato a Noto (Siracusa), intorno all’anno mille, potrebbero essere la migliore descrizione dell’idee creative che ha portato Yuri Ancarani a realizzare Mosaico, meno di tre minuti di cinema d’impresa che hanno vinto il primo premio nella categoria Innovation, Image & Sound alla seconda edizione di Premio Film Impresa, svoltasi a Roma, ad Aprile di quest’anno (e che potete vedere sul sito web di Film impresa a questo link).
Qual è questa idea? Immaginare gioielli di alta oreficeria come astri sullo sfondo del buio dell’universo è l’allegoria cui danno vita le immagini di questo videoartista, cui Buccellati ha chiesto di raccontare per immagini e suoni sia la scintillante finezza dei dettagli dei propri monili, sia lo spazio artigiano, fatto di strumenti, manualità e destrezza grazie ai quali vengono progettati e realizzati.
Il corto di Ancarani, che è stato da poco presentato al Tuscia Film Festival, di fronte ad un pubblico di più di 600 persone, prima della proiezione di uno dei film evento dell’anno, Un mondo a parte di Riccardo Milani, cattura il nostro sguardo con una lavorazione altrettanto fine e accurata della luce e dei suoni (ascoltateli in cuffia e scoprirete la ricchezza di bassi che sui quali le note degli strumenti a corda si adagiano come pietre preziose su un anno di velluto).
E’ stato premiato da una giuria presieduta dal premio Oscar Gabriele Salvatores, proprio con questa motivazione: “per il gioco sensuale con il quale l’elegante stilizzazione di pietre e metalli che riempiono l’inquadratura di luci e riflessi scintillanti e mobili si fonde con la ricca e densa tessitura del suono”. E’ il lavoro di un artista, artigiano del cesello digitale delle immagini e dei suoni i cui lavori sono stati ospitati alla Kunsthalle di Basilea, al MoMa di New York, dalle gallerie più prestigiose di Los Angeles o di Vilnius, a Goterburg o a Istanbul, dalla Corea al Giappone. La Mostra del Cinema di Venezia del 2021 ha selezionato il suo esordio nel lungometraggio conAtlantide, un film lungometraggio che ha messo in luce le grandi potenzialità di un autore che, raccontando le vicende di un adolescente che abita un’isoletta della laguna veneta, la sua esistenza nomade vissuta su un barchino guizzante, il suo individualismo solitario e ribelle, ha dimostrato di saper fondere in modo inedito l’esplorazione di un ambiente unico e la narrazione di una generazione semisconosciuta. Ha ricevuto l’altr’anno il Premio Olmi e quest’anno Premio Film Impresa ha di nuovo segnalato, con Mosaico, il suo talento, messo al servizio di una impresa unica in una tradizione italiana plurimillenaria, quella dei preziosi: questa breve scheggia di cinema, sempre grazie a PFI, e al Tuscia Film Festival ha consentito agli occhi di centinaia di persone sedute davanti alla facciata della cattedrale di San Lorenzo, di incontrare, sul grande schermo, le collane a bavaglio, il nido d’ape e gli zaffiri che, come corpi celesti, roteano, ipnotici, nel cosmo .